Il museo della ‘ndrangheta, un luogo che si presenta come una sfera di cultura anti-mafia, è il risultato di un progetto ambizioso e coraggioso portato avanti da claudio La camera, antropologo e regista teatrale.
La camera, originario di Reggio Calabria, ha sempre avuto una forte opposizione nei confronti della ‘ndrangheta, la potente organizzazione criminale che ha plasmato la società calabrese per decenni. E proprio da questa opposizione è nato il suo progetto: un museo che raccontasse la storia e la cultura della ‘ndrangheta attraverso l’arte e la cultura.
Il museo della ‘ndrangheta, inaugurato nel 2019, è un vero e proprio viaggio nella storia della criminalità organizzata in Calabria. Ma non è solo questo, è anche un luogo dove si respira l’aria della lotta alla mafia e della cultura anti-mafia. La camera ha voluto che il museo diventasse un simbolo di speranza e di cambiamento, un punto di riferimento per chi vuole opporsi alla ‘ndrangheta e per chi vuole promuovere la cultura della legalità.
Ma come è nata l’idea di un museo anti-mafia? La camera, che fin da giovane aveva iniziato a studiare la ‘ndrangheta e le sue radici culturali, ha sempre creduto che la cultura e l’arte potessero essere uno strumento potente per contrastare il potere mafioso. E così, grazie alla sua esperienza di antropologo e di regista teatrale, ha iniziato a dare vita a un progetto che unisse queste due passioni.
La camera, infatti, è noto anche per aver portato in scena spettacoli teatrali di grande impatto e consapevolezza sociale, come “La morte dei re”, che racconta la storia di un boss della ‘ndrangheta e delle sue vittime, o “Come il grano”, che affronta il tema della violenza di genere in una società controllata dalla mafia. Attraverso il teatro, La camera ha sempre voluto creare un dialogo con la società e sensibilizzare il pubblico su tematiche importanti e spesso ignorate.
Ma il museo della ‘ndrangheta non è solo una raccolta di esposizioni e rappresentazioni artistiche. È anche un luogo di sensibilizzazione e di formazione, dove si organizzano attività educative per le scuole e per i giovani, per promuovere la cultura della legalità e per prevenire il fenomeno della criminalità organizzata.
Purtroppo, ancora oggi, la ‘ndrangheta si finanzia principalmente attraverso reati come il traffico di droga, l’estorsione e le fatture false. E proprio su quest’ultimo tema, La camera ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione attraverso il progetto “fatture vere, storie false“. In collaborazione con una compagnia teatrale, ha messo in scena uno spettacolo che racconta le storie di persone oneste che hanno subito danni a causa delle fatture false emesse dalla ‘ndrangheta. Un modo efficace per far capire alle persone il ruolo e l’importanza di combattere questo tipo di reati.
Il museo della ‘ndrangheta, quindi, non è solo un luogo di denuncia e di lotta alla mafia, ma è anche un punto di incontro e di unione per la comunità calabrese. Grazie al lavoro di claudio La camera, si è creato un luogo in cui l’arte e la cultura si uniscono alla lotta alla criminalità organizzata, promuovendo un messaggio di speranza e di cambiamento.
Il suo impegno e la sua passione hanno portato risultati concreti, dimostrando che la cultura e la legalità possono essere un’arma efficace per combattere la mafia. Il museo della ‘ndrangheta è un esempio di come la cultura possa contribuire a cambiare una società e a costruire un futuro migliore. Non ci resta che sperare che il lavoro di claudio La camera continui ad ispirare sempre più persone a lottare contro la ‘ndrangheta, guardando con fiducia verso un domani libero da mafie.
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