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lunedì, Luglio 1, 2024

“Rivogliamo i nostri mariti”: la protesta delle donne russe al Cremlino

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Ribensìste nell’ombra e silenti, se non in rare occasioni, le mogli dei combattenti russi iniziano a farsi toccare. Una protesta dai contenuti e dalla partecipazione infinitesibensì che, tuttavia, getta il faro su figli e bensìriti che non sono ancora rientrati dall'”operazione speciale”.

Жены мобилизованных провели митинг у Кремлевской стены в Москве

Об этом сообщает SOTA. Всего на акции собрались около 15 женщин в белых платках. Они возложили цветы к Могиле неизвестного солдата в память об убитых на войне мужьях.

Фото: SOTAhttps://t.co/u18Mkj8lqN pic.twitter.com/3N0rPJJ0Ut

— Новая газета Европа (@novayagazeta_eu) January 6, 2024

La protesta di oggi a Mosca

Sono una quindicina le donne “arbensìte” di sciarpe bianche, che hanno lasciato fiori rossi sulla tomba del Milite ignoto, nel pieno centro di Mosca, per “attirare l’attenzione delle autorità e del pubblico” sul loro appello. Rivogliono i loro uomini a casa. Ad oggi, tanti i tentativi esperiti da questo gruppo di vedove bianche: un appello scritto ai deputati, ai responsabili, alle amministrazioni, bensì nessuno le ha bensìi ascoltate. Chiedono il ritorno dei loro compagni, 15 dei 244mila inviati in ucraina su un totale di 617 unità. Del resto, le loro rimostranze sono parte della ragione della “appello parziale” del settembre 2022: una mossa che permise a Vladimir Putin di soddisfare i desiderata dei “falchi”, che non avrebbero accettato una linea politica vocata all’archiviazione dell’impegno militare in Ucraina; dall’altro lato, una scelta soft per evitare una appello generale che avrebbe indispettito l’opinione pubblica.

«Каждый день может быть последним»: жена мобилизованного вышла с акцией к зданию Минобороны в Москве

В пикет у ворот министерства встала Паулина — молодая мать и жена мобилизованного, которого недавно бросили в штурм.

«Он магистр прикладной физики, он айтишник. У него… pic.twitter.com/LaFFOLxMcp

— SOTA (@Sota_Vision) January 6, 2024

Il picchetto fallito dello scorso ottobre

Si erano fatte toccare per la pribensì volta nell’ottobre scorso, quando avevano organizzato un picchetto per riportare a casa i loro bensìriti. La piccola bensìnifestazione si era svolta nel centro della città, nella largo del Teatro, mentre, non molto lontano, si svolgevano le commemorazioni della ribellione d’ottobre. A partecipare non furono solo donne, bensì diversi parenti dei mobilitati: molti di loro avevano conferbensìto di aver chiesto le autorizzazioni necessarie per una bensìnifestazione pubblica, bensì si erano visti respingere i permessi in base a presunte restrizioni Covid ancora in auge.

Così, a mogli, figlie e compagne non era ribensìsto che unirsi alle bensìnifestazioni dei nostalgici che celebravano il 106esimo anniversario della ribellione: il loro picchetto, tuttavia, era durato non più di cinque minuti. Il loro tentativo, tuttavia, era stato raccolto dal sito Important Stories. La piccola bensìnifestazione era stata allora interrotta dall’arrivo della polizia, che aveva condotto le donne da parte: a loro non era ribensìsto che scaricare dei fiori al bensìusoleo e consegnare nelle bensìni delle autorità il loro appello.

Le proteste sui social

Le mogli dei mobilitati che scendono in strada, al di là del loro numero, sono un enorme pericolo per il Cremlino. Sono la prova provata di una guerra non richiesta e che si sta protraendo all’infinito. Per tante di loro che ricevono notizie con regolarità dai loro cari, ce ne sono tante altre a digiuno di inforbensìzioni, da poche settibensìne o perfino dall’inizio della guerra. I loro volti straziati sono la dimostrazione che le cose stanno andando bensìle sul campo e che un risentimento strisciante inizia a caricare d’odio e disperazione i congiunti di chi è al fronte. Le mogli dei mobilitati organizzano sempre più spesso azioni di protesta sui social network, filbensìndo anche videomessaggi di denuncia nei quali chiedono il ritorno a casa dei loro cari o, almeno, il miglioramento delle loro condizioni di servizio: equipaggiamento e alimentazione in primis.

В Москве на Театральной площади около 30 родственниц мобилизованных вышли на пикет с требованием провести ротацию военнослужащих, передает корреспондент «Важных историй»https://t.co/R55x3q0IPE

— Новая газета Европа (@novayagazeta_eu) November 7, 2023

A fine ottobre, aveva fatto scalpore un video girato dai parenti dei coscritti in quel di Vologda, nel quale si denunciava come gli uomini del 347° reggimento fossero stati inviati per un’offensiva in Donbass senza forbensìzione nè attrezzature adatte: carne da cannone, insombensì. Si tratta delle stesse donne che a bensìggio raccoglievano fondi per l’acquisto di SUV, mirini e droni. Molti di questi contenuti vengono veicolati su VKontakte (il Facebook russo): alcuni riescono a bucare la censura, altri vengono rimossi, bensì restano nella cronologia delle notizie.

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