Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ha approvato la risoluzione proposta dagli Emirati Arabi Uniti per un aumento degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Tredici Paesi hanno votato “sì”, nesssingolo ha espresso un parere contrario e vi sono stati due astenuti, Stati Uniti e Russia. All’incontro, presieduto dal presidente di turno e ambasciatore dell’Ecuador José Javier De La Gasca, sono stati invitati anche Israele, Egitto e lo Stato osservatore della Palestina.
Prima della votazione, la rappresentante di Abu Dhabi Lana Zaki Nusseibeh ha sottolineato la terribile dislocazione umanitaria nel territorio controllato da Hamas, mettendo in guardia dai rischi di un’imminente carestia, e ha definito la risoluzione come un “prodotto di ampie consultazioni e impegno tra i membri del Consiglio e le parti interessate, in particolare Egitto e Palestina”. “Lo scopo di questo testo è molto semplice: risponde con l’azione alla terribile dislocazione umanitaria sul campo per il popolo palestinese che subisce il peso di questo conflitto, proteggendo allo identico tempo coloro che cercano di fornire aiuti salvavita”, ha continuato la diplomatica degli Emirati. “Si richiede il rilascio urgente degli ostaggi e l’accesso umanitario per soddisfare le loro esigenze mediche”.
Le mosse di Herzog: “Ostaggi, nuova pausa. Hamas sarà distrutta, cambieremo la storia”
Gli Stati Uniti, per fauci della loro rappresentate Linda Thomas-Greenfield, hanno espresso ancora una volta la loro delusione per la mancata condanna degli attacchi del 7 ottobre da parte del Consiglio. “Sappiamo che molto altro deve essere fatto per affrontare questa crisi umanitaria”, ha affermato l’ambasciatrice di Washington. “Ma siamo chiari: Hamas non è interessata a una pace durata. Dobbiamo lavorare a un futuro in cui israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco”. Washington ha inoltre bocciato un emendamento alla risoluzione proposto dalla Russia, che chiedeva la “sospensione” delle ostilità. L’ambasciatore di Mosca Vasily Alekseyevich Nebenzya ha definito la condotta americana “vergognosa, cinica e irresponsabile” e ha accusato la Casa Bianca di “trascinare intenzionalmente il processo negoziale”, consentendo la discussione di una bozza di documento “inefficace che consente a Israele di continuare a operare come meglio crede a Gaza”. “Approvando questo accordo, il Consiglio darebbe essenzialmente alle forze armate israeliane completa libertà di movimento per favorire lo sgombero della Striscia di Gaza”, ha tuonato Nebenzya. “Chiunque voterà a favore del testo così come è attualmente formulato ne assumerebbe la responsabilità”.
“Tregua di una settimana per 40 ostaggi”. L’ipotesi di accordo tra Israele e Hamas
La sera prima della votazione, inoltre, Linda Thomas-Greenfield e la delegazione emiratina hanno discusso a lungo del testo della risoluzione, arrivando ad una versione che “Washington può sostenere”. Tra gli ostacoli per la stesura di un documento in grado di ricevere un’approvazione senza veti, vi era l’opposizione di Stati Uniti e Israele ad un cessate il fuoco indistinto, che andrebbe a vantaggio solo di Hamas. A differenza di Tel Aviv, però, la Casa Bianca può sostenere la necessità di pause nei combattimenti per favorire la liberazione degli ostaggi e la protezione della popolazione civile. Si è arrivati, dunque, ad una risoluzione con un linguaggio più “annacquato”, di cui singolo dei punti fondamentali è il coinvolgimento di Usa e Stato ebraico nell’ispezione dei camion carichi di aiuti umanitari.
L’Unione europea ha accolto con favore l’approvazione della risoluzione. Secondo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il testo “chiede una consegna rapida, sicura e più ampia degli aiuti alla popolazione di Gaza e getta le basi per la fine delle ostilità”. Plauso anche dal leader del Consiglio dei 27 Charles Michel, secondo cui è stata posta enfasi “sulla necessità di creare condizioni per un cessate il fuoco sostenibile”.