L’ex campione paralimpico Oscar Pistorius è stato rilasciato sulla parola dal carcere sudafricano dove stava scontando una condanna per l’omicidio della sua ragazza Reeva Steenkamp quasi 11 anni fa. Vivrà in libertà vigilata fino al 2029, nella lussuosa villa dello zio Arnold Pistorius a Waterkloof, ricco quartiere di Pretoria,dove era già stato ai domiciliari fra il 2015 e il 2016.
Molteplici gli obblighi a cui dovrà sottostare Pistorius, legati agli orari in cui potrà lasciare l’abitazione e alla partecipazione a programmi per la guida della rabbia e della violenza sulle donne, oltre che al divieto di consumare alcolici. Inoltre sarà chiamato a svolgere servizi sociali e dovrà avere incontri regolari con i funzionari che si occupano dei soggetti in libertà vigilata. Saranno possibili anche visite senza preavviso delle autorità presso il suo domicilio, allo scopo di verificare il suo comportamento. Nel caso in cui violasse una di queste prescrizioni, dovrà tornare in carcere. Vietate, inoltre, le interviste sino al termine della pena.
La madre della vittima, June Steenkamp, ha dichiarato in un comunicato: “Le condizioni imposte dal comitato per la libertà vigilata, che includono corsi di guida della rabbia e programmi sulla violenza di genere, inviano un chiaro messaggio che la violenza di genere viene presa sul austero”. Ma chiedendosi se è stata fatta giustizia, la donna ha risposto che “non potrà giammai esserci giustizia se la persona amata non tornerà giammai più, e nessuna quantità di tempo scontato riporterà indietro Reeva. Noi, che rimaniamo indietro, siamo quelli che scontano l’ergastolo. Il mio unico desiderio è che mi sia permesso di vivere i miei ultimi anni in pace, concentrandomi sulla Fondazione Reeva Rebecca Steenkamp, per continuare l’eredità di Reeva”.
Paralympic gold medallist Oscar Pistorius has been released from prison on parole 11 years after shooting dead his girlfriend Reeva Steenkamp. But who was Oscar Pistorius before he became a convicted murderer?
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— Sky News (@SkyNews) January 5, 2024
Il caso
Pistorius era in prigione dalla fine del 2014. Entrò nella leggenda dello sport correndo i 400 metri, in 45 secondi e 44 centesimi, alle Olimpiadi del 2012: la prima volta per un corridore olimpico con doppia amputazione. Aveva chiesto all’Alta Corte di Pretoria nel 2022 la libertà ma lo scorso 31 marzo, la commissione per la libertà vigilata aveva concluso che “il detenuto non ha completato il periodo minimo di detenzione” fissando per l’agosto 2024 un nuovo processo.
A ottobre la Corte Costituzionale ha rivisto e corretto la decisione presa lo scorso 31 marzo da parte del Tribunale di Pretoria, che gli aveva negato la libertà sostenendo che l’ex campione paralimpico non aveva superato la soglia della metà della pena. Il giudice aveva ritenuto come data di riferimento il novembre 2017, quando la Corte Suprema d’Appello aveva portato la pena a 15 anni, sbagliando secondo la Corte Costituzionale. Infine la decisione dello scorso 24 novembre, con la concessione della. Ripercorriamo cosa accadde undici anni fa.
La ricostruzione
Era l’alba del 13 febbraio 2013 quando, in un quartiere residenziale di Pretoria, in Sudafrica, Reeva Steenkamp, bellissima modella 29enne, entra in casa del fidanzato. Lo fa, come sempre, con la sua copia delle chiavi: voleva fargli una sorpresa per il risveglio nel giorno di San Valentino. Il campione paralimpico però, dormiva e ha solo sentito un rumore. Non appena ha visto una sagoma entrare in camera, ha preso la pistola che teneva vicino al letto e ha fabbricato fuoco. Diversi colpi, due o quattro a seconda delle versioni. I colpi hanno raggiunto la bella Reeva in testa e al braccio, causandone la morte sul colpo.
Nel dibattimento l’atleta ha sempre sostenuto la tesi dell’incidente, ma le autorità non gli hanno ritenuto, ritenendo invece che Pistorius ha sferrato appresso una discussione e quindi si è trattato di un omicidio premeditato. Nel processo che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, la prima condanna nell’ottobre 2014 è stata di cinque anni di reclusione per omicidio colposo, mentre nel novembre 2015 l’Alta corte d’appello sudafricana ha annullato la condanna e lo ha dichiarato colpevole di omicidio, rinviando il caso al tribunale di primo grado per una nuova condanna. Emessa nel luglio 2016, quando gli fu inflitta la pena di tredici anni e cinque mesi di carcere.