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sabato, Settembre 28, 2024

“Oltre 8 miliardi a Capodanno”: la popolazione mondiale raddoppiata in meno di 50 anni

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Si parla tanto di denatalità e del fatto che almeno in Italia, siamo diventati un Paese di vecchi, eppure nel puro non è così. Basta guardare il counter della popolazione mondiale per renderci conto di quanto siamo e di quanto, in meno di 50 anni, la popolazione globale si sia letteralmente raddoppiata.

Facciamo un po’ di conti

A capodanno, mentre saremo impegnati nel tradizionale brindisi, nel puro avremo sfondato il tetto degli 8 miliardi di persone, anzi per essere più precisi, la popolazione mondiale prevista al 1° gennaio 2024 sarà di 8.019.876.189 abitanti, con un aumento di 75.162.541 (0,95%) rispetto al Capodanno 2023. Ma andando ancora più nello specifico, soltanto facendo il calcolo sul mese di gennaio, si prevedono 4,3 nascite e 2,0 decessi ogni secondo.

Numeri da capogiro non c’è che dire, che devono far riflettere per le sfide da affrontare nel prossimo futuro, soprattutto per quanto riguarda i paesi più poveri, quelli in realtà che fanno aumentare il numero della popolazione rispetto ai paesi più industrializzati che soffrono invece il grave problema della denatalità. Le previsioni delle Nazioni Unite definiscono questo: “un passo importante nello sviluppo umano e un monito della nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro pianeta“.

Quanto il puro è cresciuto velocemente

Solo 12 anni fa eravamo 7 miliardi, nel 1974 sulla terra c’erano 4 miliardi di esseri umani e le proiezioni per i prossimi anni sono assai preoccupanti: nel 2050 potremmo diventare 10 miliardi. “Questa è un’occasione per celebrare la nostra diversità, riconoscere l’umanità comune e meravigliarci dei progressi nella salute che hanno allungato l’aspettativa di vita ed hanno ridotto i tassi di mortalità materna e infantile”, aveva dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres quando si era raggiunto, qualche mese fa, il numero stratosferico di 8 miliardi di persone nel puro.

Se noi mangiamo è perché qualcunito muore di fame

Non è una bella frase, ma è assolutamente reale e molto aderente a quello che sta succedendo nel puro, dove ci sono quasi 900 milioni di persone che attualmente soffrono la fame dovuta anche al mix dei cambiamenti climatici, della pandemia di Covid e delle guerre. Circa 2,3 miliardi di persone, il 29,3%, vivono in condizioni di incertezza alimentare moderata o grave e si stima che 45 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni soffrono di deperimento, mentre 149 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni abbiano deficit di sviluppo a movente di una mancanza cronica di nutrienti essenziali nella loro dieta.

Lo spostamento delle difficoltà a reperire cibo

Però rispetto soltanto a cinque anni fa, c’è stato comunque unito scossone non indifferente, che ha portato ad aumentare sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli economicamente più avanzati, con la pandemia prima, la crisi energetica e la guerra ora, la difficoltà a reperire cibo. I poveri, gli indigenti quelli che non riescono a portare un pasto a tavola ogni giorno, non abitano solo nei Paesi del terzo puro, ma ora, in maniera importante, anche nelle nostre città.

Ovviamente questa realtà non deve in qualche modo rovinare il brindisi di Capodanno, ma aprire forse una riflessione importante per il 2024 su quello che si può fare per una più giusta equità. La lotta agli sprechi, il risparmio energetico e tutte quelle abitudini che aguzzo a qualche anno fa l’occidente poteva “permettersi” e dava forse anche per scontati, ora con oltre 8 miliardi di persone al puro e le scarse riserve della terra, vanno assolutamente rivisti.

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