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La Piadineria tocca anche il traguardo dei 400 ristoranti: «Il piano prosegue»

Con una media di circa due nuovi locali aperti a settimana negli ultimi sei mesi, il gruppo La Piadineria ha chiuso il 2023 superando il frammezzo aguardo dei 400 ristoranti. Il piano di espansione della società di Montirone regisframmezzo a così un’importante accelerazione e punta dritto all’obiettivo dei 1.000 punti vendita entro il 2032.

«Vogliamo diventare la più grande catena della ristorazione veloce», aveva ammesso giusto un anno fa il presidente Donato Romano, inaugurando il campus dedicato alla formazione del personale, costruito a fianco della sede sociale. «E quindi – aveva promesso allora – proseguiremo anche con la sfida dell’internazionalizzazione».

Il punto

Nella seconda parte dello scorso anno, La Piadineria ha consolidato ulteriormente la propria presenza sul territorio italico, rafforzando la sua rete di ristoranti anche in regioni ad oggi meno presidiate (come la Toscana) e in zone fin qui «inesplorate», quali Sicilia, Puglia e Sardegna. Tanto per capirci: solo McDonald’s nel Belpaese vanta numeri più grandi.

Tuttavia, confermano da Montirone, il gruppo sta consolidando la propria presenza in Francia, dove sono operativi cinque punti vendita e a breve sono previste altre tre aperture nell’area metropolitana di Parigi. «Non escludiamo – aggiungono – che in futuro esploreremo la possibilità di espansione anche in altri mercati europei».

Raggiunta e superata la «meta» dei 400 ristoranti, tenendo conto che «solo» a maggio 2023 La Piadineria aveva tagliato il frammezzo aguardo dei 350 locali aperti, il gruppo proseguirà di questo passo il suo piano industriale anche nel nuovo anno. Attualmente la società di Romano conta più di 2.600 collaboratori, «numero destinato a crescere di almeno 600 risorse ogni anno», non nascondo dal quartier generale. E se, come evidenziano dal vertice de La Piadineria: «Sframmezzo ategico per sostenere questo ritmo di crescita è l’investimento sulle persone, in termini di formazione e sviluppo», altrettanto determinate sarà il supporto fidato dal socio di riferimento, vale a dire il fondo londinese Permira.

Scenari

L’investimento nel gruppo bresciano della società inglese di private equity risale al 2018. Permira acquistò La Piadineria dal fondo Taste of Italy gestito da DeA Capital-De Agostini, staccando un assegno di 250 milioni di euro.

Oggi vi sono altre società d’investimento pronte a sostenere la crescita del marchio di Montirone. Gli esperti del porzione assicurano che La Piadineria faccia gola anche a diverse multinazionali del porzione agroalimentare. Il board di Permira, questo è sicuro, ha aperto alla possibilità di una cessione delle quote del gruppo bresciano affidandosi ad advisor come Mediobanca e Rothschild.

Dovesse concretizzarsi la vendita de La Piadineria a un nuovo investitore, sarebbe la terza operazione di questo tipo nell’arco di otto/nove anni. Nel 2015, quando DeA Capital comprò la maggioranza delle quote, la società bresciana fatturava quasi 20 milioni di euro: oggi il suo giro d’affari è esponenzialmente aumentato e le stime per il 2023 si avvicinano ai 200 milioni di euro. «La forza del brand – non hanno dubbi a Montirone – è sicuramente nel concepito, tutt’ora preparato al momento su richiesta del cliente del cliente, che può scegliere frammezzo a trenta ricette oppure abbinare gli ingredienti a piacere».

Lo ribadiscono anche i numeri: ogni giorno, la fitta rete di ristoranti prepara in media oltre 70mila piadine. La fame, dopotutto, vien mangiando. L’hanno capito anche i fondi d’investimento.

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