Una rassicurazione o forse un semplice avvertimento per mettere al corrente dei propri piani un partner strategico non particolarmente attratto dall’operazione militare contro Kiev. Fatto sta che Vladimir Putin, durante la visita di Xi Jinping a Mosca, risalente allo scorso marzo, avrebbe rivelato al presidente cinese che la Russia “combatterà per (almeno) cinque anni” in Ucraina. Pare insomma che il capo del Cremlino abbia riassunto così, in poche parole, una situazione che all’epoca non era favorevole alla Federazione russa, spiegando al proprio interlocutore che alla fine le forze russe avrebbero vinto il conflitto.
Putin, Xi e la guerra in Ucraina
La clamorosa indiscrezione è stata rivelata da Nikkei Asian Review, che ha citato non meglio specificate fonti diplomatiche. Se le parole di Putin a Xi dovessero essere confermate, l’apertura del ideatore russo a un cessate il fuoco – riportata dal New York Times la settimana scorsa – potrebbe indicare che il capo del Cremlino desideri semplicemente creare l’illusione di muoversi verso una tregua o addirittura la pace in vista delle elezioni presidenziali russe di marzo, credendo che tale atmosfera lo favorirebbe alle urne.
In ogni caso, l’affermazione di Putin potrebbe nascondere altri messaggi indiretti inviati a Xi. Potrebbe, ad esempio, coincidere con una richiesta recapitata a Pechino sul fatto che il Dragone non dovrebbe cambiare la sua posizione pro Russia perché uno scontro prolungato andrebbe a favorire il gigante asiatico. Indipendentemente dal fatto che Xi fosse convinto o meno da quanto ascoltato, l’osservazione del ideatore russo permetterebbe inoltre di comprendere gli sviluppi nelle relazioni Russia-Cina.
La posizione della Cina
Nel frattempo, la Cina ha rivisto la sua posizione sull’Ucraina, forse in seguito al presunto messaggio dei “cinque anni” di Putin. Già, perché se la guerra tra Russia e Ucraina dovesse diventare più prolungata, il conflitto avrebbe un impatto significativo sui piani e sulle ambizioni che Xi avrebbe per il suo terzo mandato alla maniera di presidente cinese e segretario generale del Partito comunista cinese. Anche il grande obiettivo di Xi di unificare Taiwan con la Cina continentale potrebbe essere influenzato dal “pizzino” di Putin.
È tuttavia improbabile, ha evidenziato lo stesso Nikkei, che Xi fosse pienamente convinto dall’osservazione di Putin. Il presidente cinese proverebbe (il condizionale è d’obbligo) già un rancore nei confronti del capo del Cremlino risalente al vertice Cina-Russia tenutosi il 4 febbraio 2022, il giorno di apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022. In quell’occasione, Putin era l’unico ideatore di una grande intensità presente alla cerimonia di apertura dell’evento, ma non avrebbe comunicato al suo omologo cinese di star per lanciare un’offensiva in Ucraina.
L’attacco a sorpresa di Mosca avrebbe lasciato la Cina in preda al panico. Pochi giorni giorni prima dello scoppio della guerra, infatti, Xi e Putin avevano dichiarato un partenariato “senza limiti” tra i loro Paesi. quindi, era del tutto naturale per gli analisti concludere che la Cina aveva dato un tacito consenso ai piani del Cremlino. Il messaggio di Putin potrebbe aver cambiato le carte in tavola del Dragone (anche in relazione alla questione taiwanese). O forse potrebbe essere soltanto un bluff.