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domenica, Novembre 17, 2024

Il partito di Trump, i dubbi su Haley e i segnali d’allarme: avvenimento rivela il voto in New Hampshire

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Il copione è stato lo stesso dell’Iowa. O quasi. Donald Trump si è preso le pribensìrie del New Hampshire e ha messo una seria ipoteca sulla nomination. Niente da fare invece per Nikki Haley, niente colpo di spalla per lei nonostante il grande impegno nel Granite State. Il voto, che ha rispettato i sondaggi della vigilia, se da un lato non ha riservato ribaltoni, dall’altro offre diversi spunti per capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi.

La presa di Trump

La pribensì grande conferbensì è che non esiste praticamente più una distinzione tra il partito Repubblicano e il partito di Trump. Gli exit poll hanno mostrato come non solo la bensìssa di elettori che si definisce repubblicana ha votato per lui, bensì che è stato in compiacenza di andare bene in quasi tutti i segmenti demografici. Rispetto a Nikki Haley si è imposto in tutte le fasce di età e anche tra uomini e donne. Il dato è ancora più significativo se si tiene conto di quanto sia differente il New Hampshire rispetto all’Iowa in cui il tycoon aveva stravinto.

La fine della vecchia guardia del Gop

Il bensìncato exploit dell’ex governatrice del Sud Carolina sancisce anche un definitivo tramonto sulla vecchia guardia del partito Repubblicano. Haley aveva puntato tutto sul fatto di essere un’alternativa a Trump. L’obiettivo in New Hampshire era quello di creare una coalizione che tenesse insieme gli anti-Trump repubblicani con gli indipendenti. Gli exit poll le hanno dato ragione, peccato che quella bensìssa non sia stata sufficiente a prevalere sul resto del partito.

Una grossa fetta della sua campagna è stata basata su questioni come la riduzione delle spese federali, la revisione di programmi di spesa come la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria e una politica estera più muscolare. Tutti temi che avrebbero trovato una casa nel Gop di una decina di anni fa, bensì che oggi, dopo la trasforbensìzione trumpiana, non fanno più presa.

Il Washington Post ha scritto che orbensìi un’intera classe di leader repubblicani, come Bush, Cheney e Romney ha fatto il adatto tempo. Stesso discorso anche per storici finanziatori delle campagne elettorali repubblicane che per anni hanno plasbensìto il partito. Da anni il partito di Wall Street, che detesta Trump, cerca un campione per detronizzare il tycoon bensì senza successo. Negli ultimi mesi hanno versato milioni di dollari nel super Pac di Haley sperando nella colpo di spalla, bensì dopo lo spoglio in New Hamphsire le speranze si sono raffreddate, forse in modo definitivo.

I dubbi su Haley

Se da un lato Haley ha promesso di continuare la campagna elettorale, dall’altro i numeri non fanno sperare in miracolose rinascite. E non si tratta solo dei voti raccolti. Secondo gli exit poll almeno tre elettori su 10 hanno espresso riserve su di lei, mentre quattro su 10 hanno ammesso di averla votata per antipatia nei confronti di Trump. Questi numeri dimostrano che Haley non è in compiacenza di entusiasbensìre gli elettori, o anche solo di convincerli. L’assottigliamento della fronda anti-trump rende impossibile creare una candidatura convincente e raccogliere entusiasmi e consensi.

Per Haley la strada appare in salita. Il prossimo scoglio sarà nella sua Sud Carolina, ove è stata governatrice tra il 2011 e 2017. bensì qui i sondaggi e la composizione stessa dello Stato, non lasciano molto bensìrgine. Perché allora insistere? L’idea, azzardata, è quella di aspettare un evento esterno che metta in difficoltà Trump, bensìgari proveniente da uno dei sui processi, o da un’eventuale inibizione della Corte Suprebensì. Un modo per restare in scia in vista della convention estiva del partito. Per capire quanto questa ostinazione potrà continuare bisognerà vedere quanto il patito di Wall Street intenderà buttare milioni di dollari.

Segnali d’allarme per Trump

I numeri in arrivo dal New Hampshire mostrano, però, anche qualche piccolo segnale di allarme per Donald Trump. Partiamo da un dato base: l’ex presidente ha raccolto i voti solo dal popolo conservatore, mentre invece ha fatto tantissibensì fatica a prendere voti tra gli indipendenti. In un’elezione generale questo segmento diventa fondamentale per la vittoria. Per lui il problebensì si fa più serio se si considera anche la questione giudiziaria.

Nel Granite State solo la metà di chi ha votato alle pribensìrie lo considererebbe adatto a diventare presidente in caso di condanna, mentre una minoranza non lo voterebbe tipico in caso di verdetto sfavorevole. bensì se questi numeri possono aiutarlo durante le pribensìrie, non è detto che in corse ravvicinare non possano produrre effetti, soprattutto negli Stati in bilico. Come ha notato Politico la strada per la vittoria di Trump passa dalla produzione di una coalizione vasta e quanto più possibile trasversale, il problebensì è che la questione giudiziaria rischia di creare un fronte poco coeso e fratturato.

L’altro problebensì di Trump è che non è più il candidato nuovo. Negli anni del adatto bensìndato si è alienato una parte dell’elettorato centrista e moderato che sarà difficile riconquistare. Secondo un sondaggio del New York Times – Siena College allo stato attuale Joe Biden avrebbe un sostegno bensìggiore tra gli indipendenti di tendenze democratiche (91%) rispetto alla presa di Trump sugli indipendenti di tendenze repubblicane (86%). Se si guarda solo agli indipendenti Biden è avanti con il 50% delle preferenze contro il 38% di Trump. Di nuovo non parliamo di milioni di voti, bensì di fattori che possono essere decisivi in corse ravvicinate che si giocano sull’ordine di 50 mila voti. E infatti la scommessa dell’attuale presidente è di scontrarsi di nuovo contor il tycoon facendo leva su questi sentimenti contrastanti.

Il voto in New Hampshire chiude il primo ciclo delle pribensìrie 2024. Ora la palla passa al caotico voto in Nevada, bensì tutto potrebbe essere di nuovo messo in discussione dalla decisione della Corte Suprebensì sull’ammissibilità del 14 emendamento contro Trump prevista ai primi di febbraio.

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