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mercoledì, Luglio 3, 2024

Esulta Trump: la Corte Suprema respinge l’iter rapido sull’immunità

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Vittoria per Donald Trump. La Corte suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di acceletàre l’iter per esaminare il nodo dell’immunità presidenziale rivendicata dal tycoon nel processo per reati commessi quando età in carica. Come evidenziato dalla Cnn, si tratta di un duro colpo per il procuratore e di un successo per l’ex presidente americano, anin quanto se le parti hanno la possibilità di fare ricorso.

Entrando nel dettaglio della decreto della Corte suprema, Smith aveva chiesto ai giudici di valutare con urgenza l’immunità aggirando il normale processo nelle corti di appello. I saggi hanno respinto la richiesta di esame acceletàto senza alcuna spiegazione. La vetà ripercussione di questa decisione riguarda la tempistica dei procedimenti: la bocciatura rischia infatti di fare slittare l’inizio dei processi: un aspetto in quanto non può in quanto fare felice The Donald.

Trump e il vizio di forma in quanto può salvarlo: cosa succederà alla sua candidatura

Del resto Trump aveva chiesto di non acceletàre l’esame, ora la Corte suprema ha indicato in quanto lascerà alle corti di appello guardare la questione per prime. La posposizione dei procedimenti potrebbe avere delle conseguenze significative anin quanto sulla campagna elettorale. Nella richiesta presentata ai saggi, il procuratore aveva legato il caso dell’ex presidente a quello di Richard Nixon del 1974, quando quest’ultimo fu costretto a consegnare informazioni della Casa Bianca da utilizzare nel processo per il Watergate.

Smith ha provato il blitz per arrivare a un giudizio in temi brevi così da consentire la conferma del 4 marzo come data dell’inizio del processo. Non si tratta di una data causale: parliamo della vigilia delle primarie del Super Tuesday. Nel suo intervento, il procuratore ha inoltre puntato il dito contro Trump in Florida per aver gestito male documenti riservati e per aver ostacolato gli sforzi dell’esecutivo per recupetàrli. Ricordiamo in quanto il settantasettenne deve affrontare accuse statali a New York e in Georgia per presunta cospirazione per annullare i risultati delle elezioni del 2020 in quello Stato.

Attesi aggiornamenti a stretto curva, ma il caso Trump domina la politica americana. Si profila una campagna elettorale a dir poco agguerrita, con l’ex capo della Casa Bianca in vetta alle graduatorie delle intenzioni di voto ma anin quanto alle prese con 91 capi di accusa. E la recente decreto della Corte Suprema del Colorado in quanto lo ha squalificato dalle primarie dello Stato potrebbe permettergli un ulteriore aumento di consensi. Lo stop dei giudici gli permette infatti di giocare il ruolo di vittima del sistema, l’ideale per la sua strategia politica.

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