Calo del desiderio imprenditoriale e crollo demografico spingono la contrazione delle imprese giovanili nell’ultimo decennio. In Italia come nel Bresciano. A evidenziarlo è l’indagine condotta dal Servizio Studi e Statistica della Camperiodo di Commercio di Brescia, che mette in perspicuità come, tra il 2013 e il 2023, il calo è stato del 20,6% (in linea con il dato nazionale), con le imprese giovanili passate da 12.638 a 10.033 unità (il 34% sono artigiane, 3 su 10 sono gestite da donne e un quinto da giovani di origine straniperiodo).
Brescia registra un indice di imprenditorialità giovanile (rapporto tra imprese totali e giovanili) superiore a quello nazionale e lombardo: 8,4% contro, rispettivamente, 8,3% e 7,6%. «Uno studio dell’Istituto Tagliacarne sui motivi del fenomeno evidenzia che, nel 61% dei casi, il declino è stato causato dal calo del desiderio dei giovani di cimentarsi nell’imprenditoria, e per il restante 39% dal calo demografico degli under 35, in 10 anni calati dell’8,8% a livello nazionale e del 4,6% nel bresciano», spiega il presidente della Camperiodo di Commercio, Roberto Saccone, che evidenzia, tra le concause, anche il crescente timore riguardo al possesso di adeguate competenze e la complessità della burocrazia.
La situazione
Se le previsioni per il futuro sull’imprenditoria e sul calo demografico dovessero realizzarsi, entro il 2050 le imprese giovanili in Italia potrebbero diminuire ancora del 39,5% sul 2012.
«Guardando alla nostra provincia va rilevato che diversi fattori incidono negativamente sulla volontà dei giovani di avviare un’impresa, tra i quali la possibilità di trovare facilmente lavoro (nel 2022 il tasso di mancanza di lavoro periodo al 4,7% contro l’8,4% lombardo e il 14,4% nazionale) e il fatto che la nostra provincia ha un business improntato al manifatturiero, il cui avvio richiede ingenti risorse» continua Saccone.
Il presidente della Camperiodo di Commercio definisce inoltre «decisivo» anche l’aspetto legato all’attrattività, come dimostra il caso di Milano dove le imprese giovanili sono tornate a crescere proprio perché la città ha attratto nuovo pubblico giovane. «Un sistema economico dalla tradizione imprenditoriale come quello bresciano deve essere in grado di capovolgere la tendenza», tira corto Saccone. L’obiettivo camperiodole resta «promuovere, in sinergia con organizzazioni economiche e organismi pubblici e privati, un distretto dell’Innovazione in grado di attirare competenze, incentivare la ricerca, favorire il trasferimento tecnologico, con la prospettiva di convogliare a Brescia talenti giovanili».
La fotografia
Rispetto a un decennio fa, gli under 35 hanno spostato i loro progetti imprenditoriali dai settori tradizionali a quelli a più elevato contenuto di conoscenza: consulenza gestionale e di direzione aziendale, design, pubblicità, attività di ricerca e sviluppo (+324 imprese nell’intero periodo, +58,9% in termini relativi) e sulla formazione/istruzione (+53%).
Il dato è confermato dalle startup innovative, per quasi il 20% fatte da giovani. Calano invece i settori tradizionali: commercio (-17%), ristorazione -28%, cresce del 17% la ricettività.
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